venerdì 29 gennaio 2010

OTTO PAGINE DI MORBIDEZZA
Nell'edizione di Ottopagine di ieri, mercoledí 27 gennaio 2010, è possibile leggere ben due articoli [1] dedicati al comunicato stampa che, a firma di Forza Nuova Avellino, abbiamo inviato ieri al giornale [2]; un terzo, privo di firma, riporta i commenti d'alcuni interessati all'annuale scorreria all'Abbazia di Montevergine, assieme con quelli dell'ignoto cronista [3].

Nel detto comunicato stampa (che Ottopagine non ha pubblicato integralmente benché non superasse le duecento parole, ma che può essere letto su piú d'un diario in rete delle sezioni di Forza Nuova) si legge chiaramente che domenica prossima saremmo stati presenti ad Avellino per distribuire dei volantini in merito a quel che sarebbe stato il prossimo 2 febbraio a Montevergine; a ciò seguiva una dichiarazione, in perfetta coerenza colla posizione di Forza Nuova, del nostro coordinatore provinciale Gaetano Accomando. Nulla di nuovo, insomma, almeno per noi che queste battaglie le portiamo avanti dalla nascita. Ma la lungimiranza della redazione di Ottopagine, che nell'immediato passato ha costantemente cestinato numerosi altri nostri comunicati, ha saputo vedere nelle poche righe una ghiotta occasione per riempire uno dei suoi fogli con qualcosa di meno morbido rispetto al contenuto degl'altri sette, almeno di quel che sarebbe bastato per aumentare un po' la tiratura. Ecco dunque che in poche ore il nostro comunicato, furbescamente discreto dagl'altri come la farina dalla crusca, giunge sulle scrivanie dei presidenti dell'associazioni che periodicamente assaltano Montevergine, all'uopo di raccogliere pungenti e falsamente pacati commenti sul nostro comunicato, che vorrebbe essere fatto passare per una dichiarazione di guerra alle loro persone piuttosto che una chiara presa di posizione sugl'ingiuriosi comportamenti di costoro.

In questa nota, che cerchiamo di diffondere coi mezzi di cui disponiamo (benché profondamente certi della disponibilità e della correttezza con cui Ottopagine la pubblicherebbe), vorremmo appunto rileggere e commentare quanto è stato generosamente detto su di noi.

Carlo Brando apre la pagina gettando acqua sul fuoco col bel titolo: La destra contro i "femminielli", e lo fa con tale premura da richiedere pure una civetta in prima pagina; il sommario smorza ulteriormente i toni con quella che, tra virgolette, pare una citazione: «Quegli omosessuali sono uno sfacciato attacco alla chiesa cattolica»: peccato che il distratto Brando non riesca a copiare decentemente il testo originale, in cui lo "sfacciato attacco" è il corteo degl'omosessuali, e non gl'omosessuali stessi: il passo in questione è leggibile e confrontabile nelle prime battute dell'articolo. Ma accontentiamoci, e giungiamo all'improvvisa e non piú trattenuta esternazione del pur sempre pacato Brando: «Una veememza omofobica senza precedenti»: accipicchia, sembra dire, che cattivoni questi forzanovisti, prendersela sempre con quei poveracci che in fondo non fanno nulla di male, vanno solo a fare una «manifestazione colorata, forse anche eccessiva». Bravo Brando, una cosa giusta l'ha scritta: eccessiva. Lo stesso incredulo Brando si pente d'essersi contraddetto, e si corregge subito parlando di «innocua tradizione della religiosità popolare campana», come se fosse costume delle vecchine della nostra regione il seguire le processioni in calzoncini attillati o il recitare il Santo Rosario ancheggiando sinuosamente al ritmo dei tamburelli. Non sappiamo in quale Parrocchia sia cresciuto Carlo Brando, ma a quanto pare non ci s'annojava, da ragazzino. Degna conclusione dell'articolo è l'acuta lettura di una certa nostra promessa di andare a Montevergine: «è tra le righe», dice Brando; «è sopra le righe», diremmo noi: non la promessa, ma lo stesso ineffabile Brando che infine consiglia a tutti i lettori di restare a vedere com'andrà a finire. Cosa? La terribile storia dei truci forzanovisti e dei gaî manifestanti, ovviamente acquistando da qui al due febbrajo tutte le copie di Ottopagine per non perdere nessuno dei suoi avvincenti articoli.

Il secondo articolo è di Claudia Iandolo, che da profonda conoscitrice delle celebrazioni dell'anno liturgico nella Chiesa Cattolica ci spiega, come anticipa nell'occhiello, quali siano le origini della Candelora («Candelora. L'origine della festa»). Stando a quello che ci hanno insegnato, col nome comune di Candelora si indica la festa della Presentazione al tempio di Gesú; tuttavia, memori degl'ammonimenti di Carlo Brando sulle inaspettatamente vivaci tradizioni della religiosità popolare campana, riconosciamo che da Ottopagine non si smette mai d'imparare e decidiamo di leggere diligentemente quel che vuole spiegarci la Iandolo: «È una tradizione popolare», esordisce. Pure la Candelora‽ Ha forse la Campania una Chiesa tutta sua, che muta ogni celebrazione della Chiesa Romana in un corteo di tamburellanti seminudi? Costernati da cotanta rivelazione proseguamo, non senza timore, la lettura, e ci rassereniamo solo scoprendo che la Iandolo è candidamente convinta che la festa della Candelora sia proprio il corteo stesso degl'uraniani, qualcosa con cui Gesú e il tempio di Gerusalemme c'entrano poco se non nulla. Appurato che la Iandolo ha frequentato lo stesso oratorio di Carlo Brando, anch'egli convinto della medesima grosseria (scrive infatti «"…la manifestazione che periodicamente alcuni esponenti della comunità omosessuale campana inscena nell'antistanze dell'Abbazia di Montevergine." La Candelora, appunto». No, Brando, noi intendevamo un'altra cosa), non resta che leggere la consueta lezione di buonismo che avrebbe potuto aver comodamente copiato da una pagina a caso di molti giornali italiani, se non fosse per la dotta citazione di Totò che spicca nel testo. Conclude dichiarandosi addirittura commossa dalla nostra ingenuità: che dolce: l'intenerirsi per l'innocenza dei "giovani di Forza Nuova" le avrà procurato forse fin'anche dieci copie vendute in piú, ovvero cinque ricchi euri in piú pell'editore, e forse venti centesimi una tantum per lei. Forse la Iandolo (probabilmente ora intenta a commentare sarcastica il nostro plurale flesso di "euro", intravedendo altri venti centesimi per un prossimo caustico articolo: faccia pure, sapremo ribattere) immagina, oltre a una Candelora nata da due invertiti sopravvissuti a una notte all'addiaccio, un partito politico come Forza Nuova costituito da giovinastri esaltati che per leggere il suo testo di lingua han dovuto far ricorso a tre dizionarî e che avrebbero tratto gran giovamento dai suoi ammaestramenti storici.

Guardando il resto della pagina, sotto i lavori di Brando e della Iandolo, ci accorgiamo di quale sagace trovata abbiano avuto quelli di Ottopagine: mettere nella stessa pagina, sotto gl'occhi dei severi lettori ch'avrebbero approvato appieno gli scritti dei due autorevoli opinionisti, due altri articoletti sulla giornata della memoria per le vittime dell'olocausto che ricorre appunto il 27 di gennajo. Ha ha, coda di paglia!, direte voi. Questo mezzuccio di Ottopagine per accusarci d'essere fascisti è decisamente vile, visto che non s'ha il coraggio di farlo apertamente in un'intera pagina di giornale; nel sito, poi, il giornalista senza nome dichiara che Forza Nuova «ha la memoria tanto corta da dimenticare anche che rappresenta e ripropone una vecchia ideologia anticostituzionale». E quale sarebbe codesta ideologia anticostituzionale, caro il nostro cronista mascherato? Forse non puoi dirlo, visto che dichiararsi fascisti in Italia è reato e quindi il tuo sarebbe un atto calunnioso nei nostri confronti, per il quale t'arriverebbe subitissimo una bella querela! Bravo Ottopagine, che evidentemente co' cinquanta centesimi a copia non riesce a coprire le spese di un legale che gli tolga le castagne dal fuoco e si guarda bene dal far la voce grossa oltre un certo segno. L'importante è sparlare contro chi non ha i mezzi per difendersi e non può che pubblicare la sua risposta sulla rete: voi ci lusingate, redazione di Ottopagine!

Ora ch'abbiamo, com'era doveroso, fatte le dovute puntualizzazioni sulla forma de' vostri scritti, vorremmo chiarire qualcosa anche sui contenuti: ciò richiederà assai meno inchiostro, vista la pochezza di quel che viene espresso. Ebbene, non siete riusciti ad argomentare le vostre tesi se non tacciandoci di ignoranza, oltre che d'intolleranza, prepotenza e spocchia, oppure portate a esempio il fatto che l'Abbazia tolleri il detto involgarimento della solennità cattolica: «Una sola volta, probabilmente, quella manifestazione ha suscitato il fastidio dei frati. O meglio dell’abate Giovanni Tarcisio Nazzaro. Sei anni fa. Il suono delle tammorre e dei canti ha forse superato il “limite” consentito e l’abate aveva interrotto la celebrazione della messa con una frase - naturalmente tratta dalla Bibbia - che aveva poi impiegato solo qualche minuto per fare il giro d’Italia: «Fuori i mercanti dal tempio di Dio». A finire sulla graticola non furono i femminelli, ma l’abate», scrive l'ormai consolidato Brando sul sito [4]. E cosa pretendereste, che i frati escano dalla chiesa armati di pietre e bastoni per mandare via gli sgraditi manifestanti, cosí da poter fare un altro bell'articolo contro i frati picchiatori? E di nuovo Brando pecca di disattenzione, non citando correttamente le parole dell'Abate Nazzaro: «Le vostre non sono preghiere, ma soltanto chiasso che la Madonna non gradisce e non può accogliere. Siete come i mercanti che affollavano il tempio fino a quando Gesú non li scacciò», è la citazione completa. Se fu l'Abate a finire sulla graticola la colpa è vostra, cari signori di Ottopagine e cari signori tutti che non vi fate scrupolo alcuno a calpestare la vostra Storia (Iandolo, se permette lo scrivo colla majuscola, le dispiace cosí tanto? La Storia a cui riferiamoci è anche la nostra, e ce la teniamo stretta; forse rimarrà orfana di qualcuno che preferisce disconoscerla, ma ciò non avverrà con chi crede in Forza Nuova) per far spazio alle richieste di chiunque, per quanto inconcepibili possano essere, e tutto ciò in nome di un rispetto che pare valga per tutto e tutti tranne che per la propria Nazione (idem, Iandolo). E se i frati tollerano il corteo, Brando, ciò non vuol dire che lo approvino o lo condividano: lo tollereranno come si sopporta pazientemente una cosa dolorosa o spiacevole, com'è prescritto dalla loro regola. Tocca a noi altri laici di prendere le loro parti, e senza badare minimamente alle vostre ridicole e infondate accuse di omofobia. Noi, Iandolo, non siamo pronti a calarci le braghe: spero che questa citazione regga al confronto di quella del suo Totò: "Ma è però certo che, quando il mondo s'accorge che uno, sempre, in ogni incontro, è pronto a calar le...". Manzoni è stato massimamente elegante nel non mettere in bocca alla Perpetua parole sconvenienti, perciò ci siamo presi la licenza di completare la frase, seppur già esplicita. Che sboccati, codesti forzanovisti: provi a farci un articolo, ci sta che ci scappino altri venti centesimi per lei.


[1] Ottopagine di mercoledí 27 gennajo 2010, pagina 8; consultabile da http://www.ottopagine.net/public/edicola/Edizione%2027-010-2010.pdf.
[2] http://fnmontella.blogspot.com/2010/01/andate-via-dall-abbazia-di-montevergine.html
[3] http://www.ottopagine.net/common/interna.aspx?id=2936
[4] http://www.ottopagine.net/common/interna.aspx?id=2923

martedì 26 gennaio 2010


ANDATE VIA DALL'ABBAZIA DI MONTEVERGINE!


Nella giornata di domenica 31 gennaio, Forza Nuova Avellino sarà impegnata in una distribuzione di volantini nella città di Avellino; l'iniziativa fa parte di una piú ampia campagna di sensibilizzazione in opposizione alla manifestazione che periodicamente alcuni esponenti della comunità omosessuale campana inscena nell'antistanze dell'Abbazia di Montevergine.
«Questo corteo — afferma il coordinatore di Forza Nuova per la provincia di Avellino, Gaetano Accomandoin circostanze ordinarie sarebbe valutato per quello che è, ovvero nulla piú di una volgare pagliacciata, come tante altre che abbiamo avuto il dispiacere di ospitare nelle nostre città. Ma a Montevergine la questione è ben diversa: trattasi chiaramente d'uno sfacciato attacco sferrato alla Chiesa Cattolica, e conseguentemente all'insieme dei valori storici della tradizione culturale Italiana. Un attacco per di piú perpetrato nei modi piú villani e ingiuriosi, nel ben noto stile di queste ambigue fazioni».
Forza Nuova, da sempre in prima linea nella quotidiana battaglia per la difesa dei valori storici Italiani, si rifiuta di chiudere gli occhi dinanzi all'ennesimo insulto alla Nazione e al suo Popolo; per questo non farà mancare, neppure in questa triste occasione, la sua presenza a Montevergine, come in Avellino e nell'Italia tutta.

Forza Nuova Avellino