sabato 6 febbraio 2010

PASSATA E' LA TEMPESTA! (documento di dottrina e chiarimento)
Una decina di giorni dopo il primo comunicato stampa inviato da Forza Nuova Avellino ad un quotidiano irpino — comunicato che, a dispetto della sua brevità, mai ha trovato pubblicazione integrale su alcuna testata, da quel che abbiamo riscontrato — è ormai già possibile assistere all'acquietarsi di quelle voci che in questa settimana e mezza hanno più o meno rumorosamente (e più o meno onestamente) commentato la presa di posizione di Forza Nuova in merito al corteo uranista che usualmente s'organizza il due di febbraio presso l'Abbazia di Montevergine.

Leopardi assicurerebbe quindi che "passata è la tempesta": citazione facile, ma che con un po' di memoria in più diventa rivelatrice: "odo augelli far festa", egli prosegue. Chi dunque rallegrasi tanto della fine dei tumulti? Più d'uno, sicuramente.

Se ne rallegrano in primis gli stessi manifestanti, ben lieti d'aver potuto anche quest'anno sbandierare il loro presunto orgoglio d'essere omosessuali nei luoghi, nei tempi e nei modi che ritenevano essere i più opportuni per la loro visibilità. Forse lievemente messi in ambasce da Forza Nuova, ma sicuramente non per la tutela della loro sicurezza e addirittura delle loro vite, com'hanno sapientemente — ma comicamente — dichiarato, tremanti i polsi, a un'altra testata provinciale, aggrappandosi alle sottane della Prefettura: essi sanno fin troppo bene due cose. La prima: che in Italia non sono necessarie le proposte di legge di Paola Concia (PD), che vorrebbero fare degl'invertiti una casta potente e protetta da ogni attacco, perché possano godere delle concessioni e immunità superiori a quelle che la società italiana riserva ai veri deboli, come donne, anziani e bambini, privilegi di cui già largamente e voracemente fruiscono. La seconda: che Forza Nuova si muove sempre nella legalità e nella trasparenza, che non è alla ricerca dello scontro, che non ha mai inviato alcun suo appartenente in giubbotto nero a Montevergine, e che non si diverte a lanciare messaggi sibillini alla guisa di brigatisti (che molti giornalisti si sono divertiti a voler leggere nelle stesse poche e chiare righe che non hanno voluto pubblicare); è finora stato gioco facile quello di alludere mal celatamente a certi suoi principî anticostituzionali (quali, di grazia? Ditelo pure chiaro e netto, ché la Magistratura sarebbe lieta di metterle nero su bianco, codeste vostre accuse), o quello di scoppiare in lacrime in ogni circostanza avversa, nella speranza di suscitare pietà nei vostri confronti e astio verso chi vi contesta. Né coloro ignoravano che, tra la popolazione avellinese e campana, ci fosse una maggioranza che condanna la blasfema e irrispettosa mescolanza di una celebrazione cattolica con una parata dell'orgoglio omosessuale, orgoglio che quotidianamente viene manifestato con continue prese di posizione contro la Chiesa Cattolica, contro il Sommo Pontefice e contro l'agire delle autorità ecclesiastiche. Quello che gli organizzatori del corteo hanno invece temuto è stato il coraggio con cui quest'avversione gli è stata, quest'anno, apertamente dichiarata non solo da Forza Nuova, ma da tutti gli avellinesi che in poche ore hanno raccolto e letto duemila volantini! Una vera tragedia per loro, infatti, sarà stato il veder vanificarsi il lavoro di anni d'indottrinamento perpetrato ai danni degl'italiani, centinaia di messaggi in cui s'instillava la convinzione che fosse obbligo quello di cedere il passo all'omosessuale per il solo suo essere tale, messaggi ora fieramente declamati dai politici di questo e di quello schieramento, ora sottilmente sussurrati negli sceneggiati televisivi appositamente realizzati, ora sfacciatamente ripetuti con cinica costanza in spazî acquistati dalla ministra Mara Carfagna (PDL) per la modica somma di due milioni di euro! — E adesso, — si saranno detti, — come faremo senza poter più gridare all'omofobia contro chiunque si metta sul nostro cammino? Potrete continuare a dirlo: è certo però che codesta vostra arma si sia spuntata, e che in questi dieci giorni non abbia mietuto le stesse vittime che vi fruttò negli anni scorsi.

Se ne sono rallegrati decisamente meno i giornali locali, dalle modeste redazioni irpine al più imponente Corriere del Mezzogiorno, che hanno abilmente saputo trasformarsi da testate d'informazione in riviste di pettegolezzo. Era, per essi, sicuramente più pescoso il mare in burrasca dei giorni scorsi, che gli ha permesso non solo di fare a gara di chi raccoglieva più commenti lesivi nei confronti di Forza Nuova, ma anche di farsi portavoce, cavalieri e quindi crociati delle associazioni omosessuali, che dalle loro sedi potevano comodamente godersi una rassegna stampa che veramente era il copioso raccolto di quanto subdolamente seminato negli anni. Noi, dal canto nostro, amiamo osservare che il potere delle logge (come delle mafie, prime tra esse) poggia sul timore che i non appartenenti nutrono verso i confratelli di quelle, timore che, senza che alcuno se ne accorga, muta in rispetto, riverenza e quindi ossequiosa ammirazione, e che fa apparire magnanimo signore quello che in effetti comportasi da odioso tiranno. Gran bene dunque fanno i manifestanti a godere gaiardamente della loro sfilata, perché la cosa più eccezionale che abbiamo osservato (insieme, ad Avellino, e ciascuno personalmente nella propria città) è stato il piacevolmente incredulo risvegliarsi della gente dal torpore che gli avete inoculato negli anni! E non sono stati punti pochi quelli che, come bambini afgani che riscoprivano il volo degli aquiloni, trovavano il coraggio di ripristinare nel loro parlare i tanti appellativi che per secoli la lingua italiana, senza alcun intento lesivo, ha riservato a voi, diversamente eterosessuali, e che ultimamente siete stati capaci di estirpare da essa con una campagna denigratoria che non trova eguali. In quel momento gli increduli siamo stati noi, che con 50 euro di volantini riuscivamo a spezzare in una mattina le catene con cui i vostri martellamenti milionarî hanno avvolto le menti della gente: è una sensazione che chi antepone i proprî interessi a quelli del suo Popolo non potrà mai provare, e addoloraci quindi il non poter neppure tentare di descrivervela.

Non sappiamo quanto ne siano rallegrati l'Abate e i frati di Montevergine, coi quali vogliamo scusarci per il trambusto che s'è creato a seguito del nostro intervento e che è andato a sommarsi al baccano già apportato lì dalla sfilata: sicuramente il cessar di questa maretta sarà giovato alla tranquillità di quegi uomini di preghiera, che non necessitavano né hanno mai richiesto né desiderato alcun riflettore su di sé né sul loro Santuario. Ci preme molto ch'essi sappiano cosa, in particolare, ci ha spinti a intervenire in merito a questa vicenda: ebbene, non è stato un moto nato meramente dal nostro essere cattolici (benché non solo noi stessi, presi singolarmente, chi più e chi meno abbracciamo questa confessione, ma anche lo stesso movimento di Forza Nuova non faccia mistero di ispirarvisi). Se non fosse che per quel motivo, non saremmo stati altro che un gruppo di fedeli irritati (che pure avrebbero avuto ragion d'esserlo!), e che avrebbe potuto muoversi anche senza fare il nome di Forza Nuova: la nostra spinta è stata invece, prima del nostro essere cattolici, il nostro essere italiani. Italiani non sul passaporto ma nel cuore, italiani d'un'Italia che sa da dove viene e non dimenticasene, che onora i proprî figli come noi stessi onoriamo i nostri avi, e insieme con essi la loro Cultura e la loro Storia, e insieme con quest'ultime la loro fede e le loro, le nostre chiese, la nostra, italiana, Chiesa. E chi fra noi non si sentisse cattolico come si converrebbe, non per questo non si sarebbe frapposto tra l'offeso e l'offensore, perché a sentirsi offeso da chi insulta la Chiesa Cattolica dovrebbe essere non solo ogni cattolico, ma ogni italiano degno di questo nome. Considerateci dunque, — e ci rivolgiamo all'Abate e a tutti i frati, — non tanto come fedeli accorsi a difesa della loro Chiesa, quanto come italiani accorsi a difesa della loro Italia, di cui noi consideriamo la Chiesa Cattolica tassello fondamentale e indispensabile. Non vogliamo dunque accusare Wladimiro Guadagno e i suoi d'essere dei cattivi cattolici: non sta a noi dirlo, non osiamo assurgerci al ruolo di giudici del nostro fratello; lo e li accusiamo invece di essere dei cattivi italiani, che senza pensarci due volte demoliscono l'Italia per far spazio a sé e alle loro insane richieste, che oggi sono quelle di poter mostrare le loro nudità dinanzi a un Santuario, ma in un vicinissimo domani saranno quelle di sposarsi e di adottare dei bambini.

Infine ci siamo noi forzanovisti, che siamo grandemente rallegrati e soddisfatti tanto della buona riuscita e favorevole accoglienza riservata dalla gente alla nostra iniziativa, tanto dell'avversione gratuita dei giornali e delle televisioni che ci ha accompagnati in questi dieci giorni pur non riuscendo a indebolirci, quanto del chiaro messaggio che abbiamo saputo lanciare. Ma non noi al popolo, si badi, bensí quello che noi col popolo abbiamo lanciato ai vertici delle gerarchie che hanno detenuto, e detengono tuttavia, alcune delle redini del Paese: non lasceremo che il vostro continuo vittimismo ci tenga in continuo scacco, imbavagliati nelle parole e mutilati nelle azioni. La vostra manifestazione inizia, e soprattutto termina, il due febbrajo: ricordatelo, almeno fino all'anno prossimo, quando ci ritroverete, di nuovo, pronti a rammentarvelo.

UFFICIO STAMPA
FORZA NUOVA AVELLINO

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